Cover Fabbrica Cioccolato

La Fabbrica del Cioccolato – Tribe Escape

Location:
Accoglienza:
Scenografia:
Enigmi:
Originalità:
Scare Factor:
Bambini:
Attori:

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No

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In famiglia, siamo tutti appassionati di escape room, chi più chi meno. Questa volta, oltre a mia sorella e a mio nipote di dodici anni, ho deciso di coinvolgere anche mio figlio di appena tre anni. Sebbene le escape room siano generalmente consigliate per bambini dai dieci anni in su, ho letto su diversi blog internazionali di famiglie che le affrontavano anche con bambini di due o tre anni al seguito, e che si divertivano molto. Ho quindi voluto provare anch’io questa esperienza.

Ci siamo ritrovati tutti nella mia macchina in una insolitamente piovosa Domenica mattina di Giugno 2024, pronti per un’avventura che risveglia ricordi d’infanzia per tutti noi. I film su Willy Wonka sono stati una costante nelle nostre vite, indipendentemente da chi lo interpretasse: Gene Wilder, Johnny Depp o Timothy Chalamet.

Tribe Escape

 

Tribe Escape si trova su via Libia, vicino all’uscita della tangenziale e a pochi passi dalla metro B. In genere, parcheggiare in zona è molto difficile, ma questa volta ce la siamo cavata grazie a una soluzione creativa suggerita da mia sorella, che ci ha permesso di arrivare con qualche minuto di anticipo all’escape room.

All’arrivo, abbiamo incontrato il simpaticissimi proprietari. Era la mia prima esperienza in un’escape room di domenica, e non mi aspettavo di trovare altre famiglie sul posto, come invece è stato.

Parlando della struttura, l‘ingresso è ben allestito, anche se un po’ piccolo. Il locale è diviso in due aree separate, e per accedere alle due stanze recentemente costruite è necessario attraversare la strada. Sappiamo che hanno in programma di costruirne altre due in futuro.

La Fabbrica del Cioccolato

 

Sono passati circa trent’anni da quando Charlie Bucket ha ritrovato il biglietto d’oro che dava la possibilità di accedere alla Fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Le cose sono cambiate molto da allora e Charlie ha sostituito Willy alla direzione della Fabbrica, ma per una sfortunata situazione economica, sta per perdere tutto quello che possiede. Nei panni di giovani sognatori, avete un’ora di tempo per aiutarlo a ritrovare la formula della tavoletta di cioccolato segreta, che può salvarlo da una bancarotta imminente.

Francesco, il proprietario di Tribe Escape, c’aveva parlato degli sforzi suoi e della compagna per costruire la stanza la prima volta che avevamo visitato Tribe, per giocare a Delitto Perfetto. È stato un progetto lungo e impegnativo, ma ne è valsa la pena, poiché la stanza, costruita in gran parte in legno, è davvero una gioia per gli occhi.
Affrontandola, ci si immerge completamente nel mondo di Roald Dahl, grazie all’intento di Tribe di raccontare la storia di Charlie e Wonka attraverso articoli di giornale e narrazioni che accompagnano l’avventura.

Stanza Fabbrica Cioccolato

Qual è il punto di forza della stanza? Sarebbe banale limitarsi a dire che è la scenografia ben progettata, ma ciò che mi ha colpito particolarmente, e che ritrovo in tutte le stanze di Tribe, è il modo in cui viene narrata la storia. Tutte le loro stanze sono ispirate a film molto famosi e giocano con le linee temporali alternate. Un particolare plauso va anche al fatto che la stanza sia accessibile a tutti: mentre mio figlio ha potuto strisciare tra i vari ambienti, io ho potuto semplicemente aprire porte che conducevano agli stessi luoghi.

Dove ho identificato qualche debolezza? Forse negli enigmi, che sono di media difficoltà. Appartengono spesso a uno schema ricorrente di Tribe, basato sull’accoppiata analisi visiva di immagini e codici per lucchetti. Un po’ più di varietà negli enigmi, magari con più aperture magnetiche, avrebbe migliorato ulteriormente la qualità già alta.

La stanza è comunque bella da vedere e originale; nessun’altra stanza sullo stesso tema è presente a Roma (una c’era presso Game Over, era veramente 1.0 ed è stata rimpiazzata un paio d’anni fa).

Gruppo Fabbrica Cioccolato

Giudizio finale

 

La stanza ci è piaciuta molto e siamo riusciti ad uscire in tempo grazie all’ottima prova di mio nipote Gabriele. La considero una delle migliori escape room da fare in famiglia a Roma, grazie alla sua atmosfera fiabesca.

E mio figlio di tre anni? Si è divertito molto più di quanto mi aspettassi. Ha adorato strisciare nei passaggi tra le stanze e ci ha aiutato a cercare oggetti nascosti. Il giorno dopo, entusiasta, ha raccontato alla nonna di aver visto un Umpa Lumpa.

È sicuramente un’esperienza che ripeterò con lui, magari in qualche altra stanza a tema Harry Potter, che a Roma non mancano.

Dopo l’escape room, ci siamo recati da Roadhouse su via Boccea per pranzare insieme, non avendo trovato nelle vicinanze un locale adatto ai gusti dei nostri piccoli compagni di squadra.