Location:
Accoglienza:
Scenografia:
Enigmi:
Originalità:
Scare Factor:
Bambini:
Attori:
No
Sì
Ultima escape dell’anno, giocata a Dicembre 2024, per concludere un anno ricco di esperienze escapiste, molte delle quali a tema horror. Ed era proprio un’esperienza di questo genere che il mio amico Valerio detto Billa desiderava provare, in un giorno di ferie per entrambi.
Il Pomeriggio è iniziato a casa sua, dove mi ha offerto un tè e abbiamo discusso brevemente di un argomento che ci appassiona entrambi: la finanza personale e gli investimenti immobiliari. La conversazione è stata però breve, perché ci aspettavano Gennaro e Paolo a pochi chilometri di distanza, presso la Lucifer Escape.
Avevo sempre snobbato questa escape room, attiva da sei o sette anni, perché non particolarmente attratto dal genere horror. Tuttavia, complice l’interesse di Billa e la vicinanza a casa sua, ho deciso di darle una chance, incuriosito anche dalla modalità “survival”, che non avevo mai provato prima.
Lucifer Escape Room
La Lucifer Escape Room si trova nei sotterranei del Castello degli Aronica, al Quarto Miglio. Un tempo adibiti a cantine, quando il castello fu costruito negli anni ’50 e la zona era circondata da vigneti, questi luoghi sono oggi la location perfetta per un’escape room dall’atmosfera impressionante, già a partire dalla sala d’ingresso.
Raggiungere questa escape room sull’Appia Pignatelli è molto semplice in auto: troverete anche un comodo parcheggio nel cortile. Al contrario, arrivarci con i mezzi pubblici può essere più complicato, poiché la fermata della metro è piuttosto lontana ed è necessario prendere un autobus.
Al nostro arrivo siamo stati accolti dal master in modo professionale e cordiale, già vestito con un suggestivo abito di scena, che ha contribuito a immergerci subito nell’atmosfera del gioco.
La Belva
Questa la storia de “la Belva”: Lo sceriffo Colin vi ha convocati a Woodville, un piccolo villaggio isolato tra le montagne. Da tempo si sussurra di forze oscure e di uomini trasformati in lupi, ma ora la situazione è precipitata: durante le notti di luna piena, gli abitanti del villaggio hanno cominciato a sparire misteriosamente. Riuscirete a far luce sul mistero?
L’impatto visivo del castello e l’ingresso nei suoi sotterranei è davvero notevole, con una discesa verso l’esperienza di gioco che si imprime nella memoria. Lucifer Escape ha recentemente rinnovato la sua proposta, passando dai survival ispirati a film famosi a storie più elaborate. Parlando della scenografia di gioco, durante la nostra partita abbiamo trovato oggetti a tema, sebbene nulla di particolarmente sorprendente. Ciò che invece ha colpito davvero sono stati gli effetti sonori e le luci, che ci hanno accompagnato durante la partita.
L’idea alla base di questa escape è estremamente originale e unica nel panorama romano. Il meccanismo del gioco di ruolo inizialmente ci ha affascinati, con la modalità survival che introduceva un ulteriore elemento: ogni giocatore aveva un numero limitato di vite, e gli attori – ben due, con diversi cambi d’abito – potevano toccarci per diminuirle. Purtroppo però, l’esecuzione non è riuscita a mantenere alta l’immersività per tutta la durata dell’avventura, lasciandoci con la sensazione che il potenziale della storia non sia stato sfruttato a dovere.

Andando nei dettagli, un punto di forza indiscusso è sicuramente la location: uno spazio davvero suggestivo e ben sfruttato, anche se non privo di qualche difetto, come l’insonorizzazione. Durante la nostra esperienza, infatti, si percepivano voci e grida provenienti da un’altra stanza, il che ha leggermente compromesso l’immersione. Altro elemento positivo è l’idea di base, estremamente ambiziosa e originale.
Tuttavia, il principale punto debole è proprio l’esecuzione dell’idea. La trama non riesce a collegare in modo fluido le varie parti dell’esperienza, e il senso di terrore – che ci aspettavamo come elemento centrale – non è mai realmente emerso. Non sono riuscito a provare paura autentica, e non so dire se ciò dipendesse dall’approccio degli attori (ben due, con diversi cambi di abito) o da una narrazione che non ha sfruttato appieno il suo potenziale.
Come già chiarito anche sul sito, trattandosi di una real experience, non è il caso di soffermarsi sugli enigmi, che in questo contesto sono volutamente basilari.
In conclusione, la storia è senza dubbio originale e ambiziosa: ricreare una caccia al licantropo ambientata in tre notti in un villaggio montano è un’idea affascinante. Tuttavia, l’implementazione – già complessa in partenza – non è riuscita a raggiungere del tutto il risultato sperato, lasciando un po’ di amaro in bocca.

Giudizio finale
La storia presentava bivi narrativi, e siamo riusciti a completarla nei tempi previsti. Tuttavia, all’uscita, abbiamo discusso a lungo, prima di separarci per i vari impegni, e il bilancio è stato deludente per tutti, chi più chi meno. La scarsa capacità di trasmettere paura e, in generale, l’esperienza stessa non sono riuscite a soddisfare le nostre aspettative.
Mi chiedo se proverò altre stanze di Lucifer in futuro. Sono indeciso se considerare questa esperienza una sfortunata eccezione o se il livello sia rappresentativo della loro offerta. Considerando che nella stessa fascia di prezzo si trovano escape room come Black Door, con i suoi impressionanti effetti speciali, o Get Out, con le sue trame complesse e avvincenti, mi viene da pensare che, se dovessi scegliere, preferirei completare quelle prima di tentare ancora con Lucifer.