Location:
Accoglienza:
Scenografia:
Enigmi:
Originalità:
Scare Factor:
Bambini:
Attori:
No
Sì
Escape di Settembre 2024: dopo la pausa estiva, eravamo pronti a tornare in azione. Avevamo pianificato di essere un bel gruppo, ma alla fine eravamo rimasti in quattro: io, Gennaro, Paolo e Mario. Un numero comunque perfetto per affrontare finalmente il Laboratorio di Frankenstein, ispirato al celebre film Frankenstein Junior. Le aspettative erano alte, dato che sentivamo parlare di questa stanza da tempo, e EscapeRoomers, probabilmente il blog europeo più noto nel settore del turismo da escape, l’aveva inserita al vertice del loro ranking delle escape room di Roma. Inoltre, un paio di anni fa avevamo giocato la stanza Ouija nella stessa sede, rimanendo entusiasti per la qualità degli effetti speciali, il che ci ha reso ancora più curiosi per questa nuova avventura.
Black Room Escape
L’ingresso della sede di via Tiburtina è spazioso, con schermi e una serie di oggetti a tema horror che ti mettono subito nel giusto stato d’animo. Quando siamo arrivati, il posto era piuttosto affollato e rumoroso, con un gruppo di dieci persone che stava ricevendo il briefing per un’esperienza horror.
Il posto ha un parcheggio interno, il che fa sicuramente piacere. Questa è una delle quattro sedi di Black Door Escape, che un tempo era indipendente e si chiamava Cogito Ergo Room.
Ci troviamo all’altezza della Togliatti, facilmente raggiungibile in auto. Se invece si arriva con i mezzi, la fermata della metro B più vicina è Santa Maria del Soccorso, ma per raggiungerla a piedi bisogna fare un percorso che sembra quasi un preludio all’esperienza horror. Da segnalare la mancanza di locali nelle vicinanze: un tempo c’era il Jailbreak, ma ha chiuso di recente, quindi per un dopo-escape sarà necessario spostarsi un po’.
Il Laboratorio di Frankenstein
La trama del Laboratorio del Dr. Frankenstein segue fedelmente quella dell’iconico film del 1979 di Mel Brooks, Frankenstein Junior. Avete ereditato un castello in Transilvania da vostro zio, il Barone Victor Von Frankenstein. Curiosi degli esperimenti condotti dal defunto proprietario, decidete di esplorare la biblioteca del castello. A darvi una mano ci sarà l’imprevedibile assistente gobbo Igor… o forse dovremmo chiamarlo Aigor?
Passando alla scenografia, è davvero ben realizzata, riproducendo con grande accuratezza gli ambienti e le situazioni del film. Tuttavia, alcuni oggetti mostrano segni evidenti di usura. Nonostante questo, uno degli aspetti che colpisce di più, retaggio dei tempi in cui era ancora Cogito Ergo Room, è la presenza di riproduzioni estremamente realistiche e un po’ inquietanti di parti del corpo umano.
L’avventura è altamente immersiva, soprattutto nelle prime fasi, che vi catapultano subito nel cuore dell’azione. Gli omaggi e riferimenti al film appaiono qua e là, aumentando l’effetto nostalgico e coinvolgente della stanza.
Tra i punti di forza spicca la capacità di ricreare perfettamente le situazioni comico-horror del film, con una scenografia curata e dettagli davvero notevoli, primo fra tutti l’attore, che aggiunge un tocco extra all’esperienza.
Per quanto riguarda i punti deboli, il costo è piuttosto elevato rispetto ad altre escape room di fascia simile, e l’usura di alcuni materiali di gioco si fa notare. Black Door sembra puntare maggiormente sul genere horror, il che è comprensibile, dato che a Roma non hanno veri rivali in questo campo. Tant’è che si sono quasi assicurati all’inizio che sapessimo che questa stanza non rientra propriamente nel genere horror. Nonostante alcuni elementi non funzionassero al meglio o fossero un po’ consumati, gli enigmi sono stati davvero apprezzabili, con alcuni spunti originali e mai visti prima.
La stanza si distingue per la sua unicità e per il coraggio di proporre qualcosa di diverso, in un panorama in cui le escape room tendono a somigliarsi. Qui troverete un’esperienza dal sapore fresco e originale, che vale la pena provare.
Giudizio finale
Siamo usciti dopo un’ora e due minuti. Anche se la stanza è davvero originale, probabilmente non la inserirei nelle primissime posizioni quando mi deciderò finalmente a rifare la classifica delle escape room di Roma, un compito che rimando da un po’. Negli ultimi tempi abbiamo affrontato alcune stanze davvero spettacolari e di recente apertura, quindi il confronto non è semplice.
Abbiamo concluso la serata al ristorante “Dallo Chef” a Colli Aniene, a soli pochi minuti di macchina. Il locale merita senz’altro una menzione: una sorta di fraschetta trapiantata tra i palazzi popolari, un’atmosfera unica che ha reso la fine della serata ancora più piacevole.